Reportage sulla vita socio-ecologica in Rojava e sugli effetti degli attacchi turchi dell’inverno 2023-2024 sulla regione.
Il processo rivoluzionario in Rojava, basato sui pilastri della democrazia radicale dal basso, della liberazione delle donne e dell’ecologia sociale, sta procedendo. Allo stesso tempo lo Stato turco minaccia la regione con una continua guerra, uccisione pianificata di civili e rappresentanti politici, ecocidio e attacchi alle infrastrutture civili essenziali. La storia del Kurdistan, lo stile di vita ecologico della popolazione, gli effetti degli attacchi e le forme di resistenza sono intrinsecamente legati. Per raccontarli e renderli più comprensibili, abbiamo concentrato il nostro reportage sulla zona di Koçerata. Questa regione, la sua popolazione e le infrastrutture civili in particolare, sono state pesantemente prese di mira dagli attacchi aerei turchi nell’inverno 2023-2024.
La creazione di una nuova vita sulla base di un’eredità antica
Koçerata, la “Terra dei Nomadi”, è una terra pianeggiante dove scorre il fiume Tigri. Per centinaia di anni i nomadi curdi si sono spostati nella regione, fino alla costruzione dei confini degli stati nazionali. Con la creazione dello Stato siriano (1945) furono imposte pratiche di monocoltura e modelli di intensa urbanizzazione e industrializzazione. Rûken Şêxo, del villaggio Girê Sor, ci ha detto: “La vita della gente della regione è molto semplice e bella. Non abbiamo bisogno di molto dall’esterno”. “Fin da bambini abbiamo imparato a creare tutto da soli, con le cose che abbiamo. Questo è anche ciò che insegneremo ai nostri figli e figlie.“
La guerra della Turchia contro il Rojava: un attacco allo sviluppo dell’ecologia sociale
Dal 6 ottobre 2023 al 18 gennaio 2024, l’esercito turco ha effettuato più di 650 attacchi aerei, uccidendo civili e bombardando infrastrutture essenziali come stazioni idriche, centrali elettriche, siti per produzione di bombole di gas (essenziali per cucinare) e petrolio, ma anche scuole, ospedali, fabbriche, siti industriali , strutture di produzione agricola e alimentare, centri di stoccaggio, strutture mediche e villaggi. “Dopo questo bombardamento, quasi 4-5 milioni di persone sono state influenzate” dalla mancanza o dalla scarsità di elettricità e acqua.
“Non lasciamo la nostra terra, ci organizziamo” – Resistenza del popolo e della terra
La prospettiva dell’Amministrazione Autonoma si basa sullo sviluppo di pratiche agroecologiche, dell’ecoindustria, di un’economia cooperative, dell’approccio circolare alla produzione e al consumo. In questo quadro gli elementi centrali sono: l’iniziativa popolare, l’autorganizzazione e la decentralizzatione. Progetti riguardanti l’utilizzo di diverse fonti di energia (solare, biogas o eolica), il recupero delle caratteristiche del suolo e delle falde acquifere, la produzione di fertilizzanti organici sono nelle prospettive pianificate dall’Amministrazione Autonoma. Tuttavia, questi non hanno potuto svilupparsi su larga scala a causa della distruzione sistematica delle infrastrutture essenziali. Gli attacchi hanno costretto l’amministrazione e l’economia della regione a dedicarsi a continue opere di riparazione e ricostruzione, per rispondere all’emergenza e alle immediate conseguenze della guerra. L’embargo rappresenta un altro significativo ostacolo allo sviluppo di progetti ecologici. Nonostante tutte queste difficoltà, la poplazione della regione mostra una forte resistenza e determinazione a restare nella propria terra.
In questo quadro, abbiamo voluto che la realtà di Koçerata venisse conosciuta, come un esempio di resistenza da cui prendere ispirazione. Questo non è solo un esempio di teoria ma è, in primo luogo, un esempio di pratica di resistenza e di autorganizzazione. Contro l’attuale sistema, distruttivo e insostenibile, Koçerata suggerisce modi sostenibili di vivere, lavorare e produrre. L’esempio di Koçerata vuole essere fonte di forza, speranza e ispirazione per pensare anche a come possiamo resistere e difendere i nostri territori, come possiamo costruire alleanze con lotte in altre geografie, costruire comunità e una vita libera.